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progetto internazionale



Monte Bisenzio

 

Nei pressi dell'odierna cittadina di Capodimonte (VT) sul lago di Bolsena, sorgeva una città etrusca dinamica e fiorente, in particolare tra il IX e gli inizi del V sec. a.C., poco nota al pubblico ad eccezione della cerchia degli specialisti.

Il nome etrusco dell’insediamento non è noto e per comodità si ricorre alla denominazione ‘Bisenzio’ presa in prestito dal nome del ‘monte’ omonimo sulla cui sommità e presso i cui declivi la comunità era verosimilmente localizzata.

A differenza di quanto si riscontra presso i grandi insediamenti della costa tirrenica di Cerveteri, Tarquinia e Vulci, il centro di Bisenzio sembra esser stato abitato senza soluzione di continuità a partire dagli ultimi secoli del secondo millennio a.C.

Questo dato si evince dai risultati di ricerche effettuate tra i primi anni ’70 e gli inizi degli anni ’80. In particolare vanno ricordate le ricognizioni del Gruppo Archeologico Romano presso il monte Bisenzio, le indagini di superficie attuate sui declivi circostanti il colle da due validi studiosi tedeschi attivi presso l’Università di Göttingen in Germania, Klaus Raddatz e Jürgen Driehaus, e infine gli interventi di scavo archeologico svolti sulla sommità del monte e su una delle terrazze immediatamente sottostanti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale (Maria Antonietta Fugazzola Delpino). A queste ultime ricerche presero parte anche alcuni giovani e promettenti studiosi in forza rispettivamente al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Filippo Delpino) e all’Università degli Studi di Roma la Sapienza (Maria Paola Baglione, Francesca Melis).

 

Del dinamismo culturale della comunità lì residente, resta ampia memoria nei ricchi e articolati corredi funebri conservati nei musei di Viterbo e di Villa Giulia a Roma, oltre che in quelli finiti in diversi musei stranieri. Tali oggetti provengono dalle innumerevoli sepolture che davano vita ai nuclei sepolcrali disseminati come ad anello attorno a quella che sembra essere stata l’area dell’insediamento.

Il numero degli oggetti costituenti il corredo che accompagnava il defunto nella nuova dimensione oltremondana, e il loro valore materiale oltreché estetico e tecnologico sono un riflesso dell’elevato prestigio sociale di cui si fregiò in vita l’individuo sepolto. Il ricorrere di forme, decorazioni e procedimenti manifatturieri chiaramente affini a quelli che caratterizzano produzioni mediterranee e centro europee alquanto distanti, costituisce un’ulteriore conferma della complessa rete di contatti cui le famiglie preminenti del luogo prendevano parte, in particolare tra VIII e VII secolo a.C.

 

Nonostante l’encomiabile attività di tutela costantemente attuata dalla Soprintendenza con grande professionalità, la conoscenza dell’insediamento e di una delle sue più ricche necropoli, quella denominata dell’Olmo Bello, resta limitata ai pochissimi dati editi tra la fine degli anni ’20 e i primi anni novanta.

 

Oggi, grazie all'impegno economico della Comunità Scientifica Tedesca (Deutsche Forschungsgemeinschaft), a quello congiunto della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale e di un team internazionale costituito da Istituti di ricerca di grande prestigio, è possibile intraprendere una ricerca ad ampio spettro, nell’ambito di un progetto multidisciplinare triennale (2015-2017) che si avvale delle più avanzate tecniche di indagine non invasive, messe a punto dalla geofisica.

 

Il progetto prevede lo svolgimento di una parte delle ricerche nei magazzini dei Musei di Villa Giulia e di Viterbo. Lì sono infatti premurosamente conservati i reperti dagli scavi degli anni ’20 della necropoli dell’Olmo Bello, e della fine degli anni ’70 dell’abitato sul monte Bisenzio. L’intento è quello di giungere a una pubblicazione sistematica di tali contesti.


Indagine con il georadar sul territorio di Bisenzio


È poi prevista la realizzazione di attività di indagine sul territorio.

In particolare, tra il 6 e il 26 luglio 2015, durante la prima delle tre campagne di ricerca in situ, saranno attive a Bisenzio le équipes dell’Università Tecnica di Magonza e dell’Istituto di ricerca viennese Ludwig Boltzmann. Gli obiettivi di questi due teams sono rispettivamente l’allestimento di una rete di punti georeferenziati (i.e. le cui coordinate geografiche sono state accuratamente calcolate grazie al sistema di rilevamento satellitare) necessaria per localizzare con estrema precisione le evidenze archeologiche che si dovessero scoprire, e l’indagine attraverso un sistema radar dedicato (georadar) e dunque con metodi non invasivi dei giacimenti archeologici sommersi in un terzo dell’intera superficie dell’abitato. Com’è facile intuire la qualità dei risultati delle prospezioni geofisiche dipende in larga parte dal grado di conservazione del deposito archeologico che per molti decenni i lavori agricoli hanno purtroppo fortemente alterato.

 

Infine dal 16 di agosto e fino al 25 settembre, un team di studenti dell’Università di Magonza coordinato dal prof. Christopher Pare e dal Dr. Andrea Babbi, svolgerà delle ricognizioni di superficie molto puntuali. Ogni giorno sarà infatti esaminato un ettaro di superficie nell’intento di localizzare e descrivere la presenza e la distribuzione delle evidenze archeologiche affioranti. Ancora una volta si tratta di un’attività non invasiva che tuttavia permette di delineare col prosieguo della ricerca un panorama ampio e relativamente puntuale della cronologia e della funzione delle differenti aree dell’abitato.

 

Lo scopo ultimo è quello di offrire uno studio accurato di Bisenzio inteso come sistema complesso (insediamento, suburbio, necropoli), armoniosamente e dinamicamente connesso col territorio circostante, in nuce per svelare la storia della città "invisibile" di Bisenzio.

 

Andrea Babbi

 

 

carrello votivo in bronzo, necropoli 'Olmo Bello', Bisenzio

 

 


Bisenzio. Multi-disciplinary research on a major Etruscan centre from the Late Bronze Age to the Archaic period

Bisenzio is located in the northern part of the modern Italian administrative region of Lazio, in the Comune of Capodimonte. The Villanovan and Etruscan settlement is centred on Monte Bisenzo, a volcanic hill on the western bank of the volcanic Lake Bolsena, separated from flat plains to the north and south by gentle or steep slopes. To the west are the steep scarps of the caldera rim, which encircles the entire lake. The first major period of settlement is in 10th century BC (later part of the Final Bronze Age); earlier finds seem to be rare. The Final Bronze Age material mainly derives from systematic excavation on the summit of Monte Bisenzo in 1978 and 1979, but material was also collected in the surrounding foothills. Our knowledge of Bisenzio was greatly improved by the fieldwalking projects conducted by Klaus Raddatz and Jürgen Driehaus in the 70ies and early 80ies (University of Göttingen). In both cases, the great majority of the finds documented were Early Iron Age and early Etruscan - later (Roman and Medieval) finds are rare. The latest finds date to around 500 BC or the start of the 5th century BC, and this is generally accepted as the end of Etruscan Bisenzio. The cemeteries are spread over a distance of around 4 km to the south-east, west and north-west of Monte Bisenzo. Apart from some earlier discoveries, systematic excavations took place between 1884 and 1894. Between 1911 and 1933 excavations concentrated on the area to the south of Monte Bisenzo. While the published reports on these excavations provide useful information on grave structures and associated furnishings, only a small minority of the grave goods has been illustrated. After the Second World War, numerous small excavations were carried out by the Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, mainly in response to the activities of grave robbers. According to the burial types and the funerary assemblages the earliest graves can be dated back to the early 9th century BC, while the latest Etruscan burials date to around 500 BC or the start of the 5th century BC. The most important burials were discovered in loc. Olmo Bello where more than 200 tombs were uncovered between 1927 and 1931, but only 16 graves were published in 1928.

Scientific Goals

The aims of the DFG Project is to sketch out an accurate archaeological, social, and historical framework of the Bisenzio settlement and society between LBA and Archaic Period by achieving the following goals: study and publication of the evidence from archaeological excavations carried out on Mount Bisenzio in 1978 and 1979; study and publication of the preserved funerary contexts from the Omo Bello cemetery; study and publication of the evidence from new fieldwalking surveys; study and publication of the already uncovered underwater findings from the lake bottom near Mount Bisenzio; accurate geophysical analysis of the whole settlement and Olmo Bello cemetery areas; geological analysis of the region through fieldwalking and micro core sampling; set up of an on-line GIS of the investigated area.

Scientific Structure

The project is a scientific co-operation between the Römisch-Germanisches Zentralmuseum (Prof. Dr. Markus Egg) and the Johannes Gutenberg University Mainz, Institut für Altertumswissenschaften Vor- und Frühgeschichtliche Archäologie (Prof. Dr. Christopher Pare). Dr. Andrea Babbi, who initiated the research project, made the contacts and partnerships, and negotiated the necessary permits, is responsible for the coordination of the various research activities.

Apart from the scientific coordination Dr. Babbi will be responsible for/as: scientific, logistic and politic support/connections with the Italian institutions and administration; study and publication of the Olmo Bello cemetery; study and publication of the archive documents and daily reports concerning the  archaeological excavation carried out in 1978 and 1979 at Bisenzio; organization and supervision of the 6-Weeks-Season fieldwalking surveys; study and publication of the Bronze Age evidence from the fieldwalking surveys.

Funding

Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG; 2015-2017).The total duration of the project is six years.